La tradizione |
Sentieri erbosi mi hanno guidato un giorno verso il "Cennatoio", e poi carovaniere, quelle piste misteriose o d'azzardo del Chianti, che uno sceglie come riversa carta di tarocchi. Vorrei chiamarle, anche oggi, primavera o estate quelle strade rivolte a un orizzonte in cui la luce sorrideva come avvolta in un sontuoso scialle di viole. Là ricordo sempre una voce della poesia che, per attimi, sostituì davvero la bussola o la mappa: "Avete 'n voi li fiori e la verzura e ciò che luce od è bello a vedere". Così Guido Cavalcanti sognava la sua donna riversa in mezzo ai fiori, forse in un crepuscolo lontano di primavera o d'estate, proprio al "Cennatoio" che, a quanto pare, era la casa dei suoi sogni o la dimora della sua inafferrabile malinconia. Più sotto, s'udiva, nei giorni chiari d'autunno, la sorgente della Greve che urtava le pietre delle "Stinche Alte", il grande carcere della Repubblica di Firenze sotto i Medici. Dentro il sudario delle foglie dove il bosco più fitto le proteggeva, le "Stinche Alte" accoglievano quei cenni che parenti e compari dei carcerati, dal piazzale della Villa, inviavano ad amici e congiunti: da qui il nome "Cennatoio". Quei cenni annaspavano nell'aria prima di cadere d'improvviso giù sotto quasi avvolte di oblio e di memoria al contempo. Al "Cennatoio", dunque, ritrovavo quella leggenda del tempo che il Chianti, nei mille luoghi del suo vagare da una stagione all'altra, sa conservare come il segreto delle più alte avventure.
Il "Cennatoio" oggi "La casa che sorride"
La cultura biologicaDa anni l'Azienda grazie all'esperienza e all'amore per la natura del Dott. Davide Picci (agronomo), ha adottato esclusivamente concimi naturali, evitando diserbanti per non danneggiare la produzione stessa ma anche per non contaminare il microcosmo delle api, che dimorano numerose nelle arnie al limitare del bosco di proprietà, producendo il pregiatissimo miele. Il CENNATOIO è Azienda Biologica Certificata. Ma è soprattutto l'arte enologica per merito della Dott.ssa Gabriella Tani e dei suoi fidi cantinieri Alessandro Gemini ed Ildegarda Agnelli, il maggior vanto del CENNATOIO: le cantine, con botti di rovere per oltre 300 ettolitri e 300 ettolitri di Barriques e Tonneaux francesi, insieme ai tini di cemento per la fermentazione e non ultima la vinsantaia, costituiscono il coronamento della produzione e dell'invecchiamento dei vini del CENNATOIO. In sostanza, alle naturali doti del luogo, si aggiunge un sistema di vinificazione che ha mantenuto la antica tradizione vinicola della zona, ma si è tenuta al passo con i tempi non disdegnando le ultime tecniche enologiche. Così si può dire che da questa terra ricca di costumi antichi e raffinati quanto l'arte della vinificazione, storica alla vitalità dell'opera umana nel tempo guardi da un luogo preciso e carico di memoria verso la vastità ardente del Chianti che forse lo stesso OMERO potrebbe chiamare “COLORE DEL VINO”. |